domenica 7 marzo 2010

Buy Zecchino in Venice: ancient pure venetian gold

Zecchino, in Italian, is a powerful gold coin weighed 3.5 grams of pure gold, minted by the Republic of Venice in 1284. Initially called ducato, it was called the zecchino after the name of the Venetian mint, the "zecca". To buy an ancient gold zecchino, one of the most appreciated coins in the ancient world, means to buy a piece of the history of an ancient city and republic, so long renowned (for XII centuries) for its wealth, power, and commercial enterprise.

The Zecchino was the purest, most accurately measured gold coin in late medieval Europe and as such became the World's standard unit of currency for nearly half a millennium.

This coin was first created in the 13th century in Venice, the leading trading power of the day, in order to counteract the influence of the rival city of Florence and its gold coin, the florin. It portrays St Mark handing the banner of the Venetian city-state to the kneeling doge, as a sign that the ruler received his power from God. The ducatus, called zecchino since XVI sec., became the major currency of the eastern Mediterranean, and like many successful products it was also imitated in other countries, for example in the Hapsburg Empire, in Hungary, the Netherlands and in the Holy Roman Empire (medieval Germany). Shakespeare mentions it many times in "The Merchant of Venice," as well as in "Hamlet."

If you want to buy an ancient gold zecchino visit my website send an e-mail to sciretti.alberto@sciretti.it

Etichette: , , , , , , ,

martedì 9 febbraio 2010

Sentimento Venezia

Canella Giuseppe (Veroa 1788 / Firenze 1847)
"..se a una cert'ora del giorno vi fermerete un momento sopra uno qualunque dei quattrocento ponti, a guardarvi intorno, vedrete, poniamo, un lungo rio tutto in ombra, tetro e un poco sinistro, che sfonda laggiù in un grande fulgore d'aria, d'acqua, di oleandri in fiore: ma saliti che sarete sul ponte successivo pochi minuti dopo secondi più in là, vedrte un altro rio che , girando ai piedi di una casa rossa violentemente battuta dal sole, è tutto un lumeggiare di fiamme, e sprizzare di scintille, tutto una risata squillante di ubrica allegria. Che se rifarete i due ponti un'ora dopo (non vi occorrerà aspettare la sera o la notte), avrete l'impressione di passarci allora per la prima volta, poiché ogni cosa sarà diversa da prima: distribuzione del chiaro e dello scuro sulle pareti dei rii, tinta dell'atmosfera, distanze prospettiche, e, per cos' dire, stato d'animo. Pensate ora alle variazioni infinite del cielo, attraverso ogni ora di ogni giorno di ogni stagione e avrete un'idea di quella che ho chiamato l'altra Venezia, ma che in realtà è un'innumerevole moltitudine di Venezie. Al fondo, la costante dell'unico spirito, dell'unico genio creatore, indefinibile" (Guida sentimentale di Venezia di Diego Valeri 1887-1976)

Guglielmo Ciardi, Mattino di maggio, 1869

Pietro Fragiacomo, (1856-1922), Venezia povera, Valdagno (Vicenza) Raccolta privata

Gugliemo Ciardi (1841-1917), Canale della Giudecca, Museo d'Arte Moderna Ca' Pesaro Venezia

Uno dei miei primi video..

lo rievoco perchè contiene alcune atmosfere di Venezia di Ippolito Caffi (1809 - 1866)

Etichette: , , , , , , , ,

lunedì 31 agosto 2009

Compra uno Zecchino a Venezia: antico pure Oro Veneziano

Lo zecchino era una moneta veneziana d'oro purissimo e di peso costante, un punto di riferimento per ogni valutazione. La quantità di oro fino (tre grammi e mezzo) di cui era costituito, era quella giusta per un pagamento di media importanza, quale un abito non di lusso, una ricca cena tra amici, le grazie di una cortigiana di media belta'. Venne emessa nella Repubblica di Venezia dal 1284.

Il suo peso, il suo valore intrinseco e il suo titolo, aveva al massimo il tre per mille d’ impurità, rimasero pressocchè invariati fino al crollo della Repubblica nel 1797, diventando l’orgoglio di Venezia e di tutti i veneziani. Il nome, usato dal XVI secolo in sostituzione del precedente ducato (da doge), deriva da zecca, la struttura incaricata della sua emissione. Con il doge Francesco Venier (1554 – 1559) la moneta si chiamò, per la prima volta, zecchino anche pubblicamente. Al dritto presentava S. Marco che, aureolato e con una sontuosa veste, teneva il Vangelo nella mano sinistra e che, volgendosi a destra, porgeva al doge genuflesso un’orifiamma, su cui si trovava la croce. Il doge aveva un manto ornato di pelliccia, sul capo il berretto ducale e stringeva l’asta dell’orifiamma con entrambe le mani. Al rovescio vi era Gesù Cristo in piedi, avvolto in una lunga veste: con la mano sinistra teneva il Vangelo e con la destra benediceva. Il Redentore, inoltre, ascendeva in un’ aureola ellittica cosparsa di 9 stelle, 4 a sinistra e 5 a destra, stelle che sarebbero aumentate sotto altri dogi.. Il contenuto in oro dello Zecchino veneto varia leggermente a seconda del periodo ma era pari a 3,494-3,559 grammi d'oro praticamente puro (997‰).

Se sei interessato ad uno zecchino d'oro o vuoi fare un regalo di laurea ad un appassionato di storia o numismatica visita il negozio virtuale o manda una mail a sciretti.alberto@sciretti.it

Etichette: , , , , , ,

domenica 17 maggio 2009

Un nuovo mondo al Parco del Sojo: il defribrillatore emozionale naturale e artistico

Un anfiteatro naturale dove il posto a sedere ha qualche centinaio d'anni: le sedie più preziose al mondo
Ho avuto la fortuna di visitarlo di notte fianco a fianco dell'ideatore Diego Morlin e della guida Gianluca Morlin: il Parco del sojo il mio primo vero ecomuseo; "natura e arte, storia e tradizione. Una nuova relazione fra scultura contemporanea e tutela dell'ambiente" così cantava la sirena che mi ha attirato di notte nel parco.
Idee iperuraniche, emozioni rare, fulmini cerebrali che scuotono il sonno di chi costantemente rischia di diventare "spiritualmente ritardato" in una pianura disumanizzata che fornifica ricercando la gratificazione immediata non rendendosi neppure conto di ciò che ha perso, ingoiato per sempre nel buco nero dell'asfalto.
Quello che abbiamo perso si trova al Parco del sojo, un nuovo mondo. Il vecchio mondo fatto di palazzinari e speculatori me lo sono bevuto con il vino bevuto alla tavola dei fratelli Morlin.

Scultura dell'arch. Diego Merlin "Il trono"

L'idea di inserire in un'area di interesse ambientale e storico delle sculture d'arte contemporanea, creando una commistione che rende fresco ogni ragionamento e che stimola l'intelletto ad una percezione non univoca o semplicistica dello spazio e del trascorrere del tempo, è di quelle forti.

L'idea è nata dall'architetto Diego Morlin nel 2000; un altro "disperso nei boschi" e non meravigliatevi per l'appunto se la guida, nel traghettarvi in questo nuovo mondo, vi fa tra gli altri i nomi di Mauro Corona e di Marco Paolini (quest'ultimo ha preso proprio casa a pochi metri dal parco)

Scultura dell'arch. Diego Merlin "la sedia della strega"; la scopa della strega si appoggia alla carega

Il parco del Sojo è un laboratorio d'idee che per essere veramente tali devono prima di tutto rispettare madre natura; dopo essersi inchinate a madre natura queste idee devono volare e far volare come streghe; già perchè il sojo è (mi ha ricordato per certe atmosfere il buso dei briganti )un dedalo di sentieri pieni di fascino e mistero, luogo di riparo e di difesa sin dal periodo neolitico; la scopa della strega appoggiata alla carega ti fa volare; ma voli anche grazie alle rassicuranti civette; voli, voli, voli, in uno scenario indimenticabile con sullo sfondo tutta la pianura veneta illuminata

La natura rappresentata da prati e boschi di carpini, roverelle, cornioli con alberi secolari si concede, sposando la capacità artistica dell'uomo di manipolare sapientemente la pietra, il ferro, il legno, il bronzo, il gres conferendovi un'anima; grotte, pozze d'acqua, le masiere (muri di pietra a secco delimitanti le proprietà o a sostegno dei terrazzamenti), le calcare, i fabbricati rurali e gli orti sono un po' natura un po' uomo.

Una cava colorata..

Sono felice di aver visitato l'ecomuseo di notte perchè solo così si sentono e si vedono le streghe volare ("strega vien di notte..") e sento di dover tornare a vedere con l'aiuto del Dio Sole; qui di seguito propongo alcune fotografie notturne delle opere d'arte, alcune senza dicitura (andate a vederle di persona che la virtualità non regala ne virtù ne conoscenza), che si possono forse meglio apprezzare nelle foto del Magico Veneto ;

La tomba del guerriero (alemanno) Teste (opera ispirata ai Daiachi, cacciatori di teste) Donna dormiente
L'uccellatore
La Gallina
La donna seduta
Improvvisamente durante l'escursione un cinghiale (di legno) con le zanne è spuntato dalla macchia.. Notizie della stupenda chiesetta di Covolo, da dove è partita la spedizione notturna, arrivano al 1089
Nel borgo di Covolo le poche anime che vi abitano hanno vicino al numero civico delle abitazioni i nomi di chi vi abita disegnati sulla ceramica.
-------------------------------------------------------------------------------------------------
Guai a chiunque si illuda che queste fotografie virtuali possono in qualche modo sostituire le emozioni reali che solo una passeggiata in questi boschi è in grado di dare; il parco può avere realmente una funzione terapeutica per chi ha smarrito il proprio cammino; immergetevi nella natura e nell'arte senza lasciare "tracce da turista" che giammai sono "tracce d'artista"; se lasci questo posto magico così come lo hai trovato, senza lasciarvi echi di schiamazzi o briciole di mediocrità plastificate allora avrai condiviso con gli altri quel senso di felicità che tutti in fondo usciti da questo anfiteatro naturale si portano dentro.

Etichette: , , , , , , , , , , , , , , , , ,

lunedì 19 gennaio 2009

Viaggio in Turchia: dalla Sublime Porta ai Camini delle Fate

Video sul viaggio in Turchia, culla di moltissime civiltà da non avere quasi pari. All'inizio del video il canto del Muezzin, il musulmano addetto a compiere dall'alto del minareto, il richiamo alla preghiera; con Sublime Porta originariamente si intendeva la porta del palazzo imperiale. Il termine si è poi esteso al governo e all'impero ottomano in generale.

Sciretti Alberto in Cappadocia; sullo sfondo il villaggio di Goreme , punto di partenza ideale per visitare questa regione che si trova idealmente al centro della Turchia; questo posto è una meraviglia naturale allo stato puro. I paesaggi di questa zona sono più unici che rari e sono il risultato di una MAGIA.

I dervisci rotanti, adepti di alcune confraternite del sufismo, esprimono la loro fede attraverso una danza devozionale che consiste nel ruotare su se stessi alla ricerca dell'estasi mistica. L'aspetto fiabesco (da villaggio dei puffi o paesaggi della Terra di Mezzo) del panorama è dato dalla formazione aguzza dei Camini di Fata.
Molte delle grotte sono abbelliti da affreschi tutti da scoprire. Nella foto una delle più belle Tokali Kilise (la chiesa con la fibbia); Piccionaie. Sono dapperttutto, i piccioni infatti sono stati per lungo tempo una insostituibile risorsa di cibo e di fertilizzante. L'interno del palazzo di Topkapi, rende perfettamente l'idea delle ricchezze che la Turchia ha accumulato nel corso dei millenni.
Instambul dalla Torre di Galata costruita dai Genovesi, ottimo punto di osservazione per abbracciare con un colpo d'occhio la città nella sua grandezza.
La suggestione che la città di Istanbul esercita sul viaggiatore è fortissima, una città unica al mondo a distendersi tra due continenti Europa ed Asia, che si è da sempre proposta come ideale ponte tra Oriente e Occidente.
Pescatori sul ponte di Ataturk ad Instanbul; le persone che vivono di espedienti giornalieri sono una massa sconfinata, migliaia e migliaia, frutto del boom migratorio che dalle campagne ha spinto ad Instambul le persone in cerca di una maggiore stabilità economica.
La moschea Blu ad Instambul..conosciuta come la Moschea blu, così chiamata per il turchese il colore dominante nel tempio. L'interno dell'edificio colpisce subito per il ricco rivestimento di oltre 20000 piastrelle in ceramica di Iznik, nelle quali, in mezzo al rosso, al bianco e al nero, predominano il verde, il turchese e, soprattutto il blu.
Ehm..la foto è a rovescio. L'ho scattata alla cisterna Basilica, Yerebatan Sarnici, poco vicina alla basilica di Santa Sofia. Vi si trovano 336 colonne di marmo ognuna alta 9 metri. Da visitare; è la più imponente e vasta cisterna bizantina sotterranea di Instanbul
I mosaici della Basilica di Santa Sofia
Ingresso al Palazzo Imperiale, meta imperdibile della stupenda Instanbul
Battenti delle finestre in madreperla.
Madreperla!!!!! La madreperla è un materiale di pregio, ricavato dallo strato interno della conchiglia di alcuni molluschi, specialmente delle ostriche, di colore iridescente bianco perlaceo, utilizzato per la sua durezza nella produzione di vari oggetti e per la decorazione di talune superfici.
Salone nel palazzo imperiale di Instambul
Bagno nel palazzo imperiale di Instambul
Battenti di una finestra in madreperla nel palazzo imperiale di Instanbul! Il palazzo è stupendo e ci vuole un giorno intero per visitarlo bene.
Piastrelle di Iznik nel palazzo imperiale Topkapi Sarayi, il palazzo che per diversi secoli fu la residenza ufficiale dei sultani ottomani a Istanbul.
La basilica di Santa Sofia è il principale monumento di Istanbul ; ciò che colpisce maggiormente della città è la sua vita pulsante, i venditori ambulanti, i mercati, gli odori, ai quali si sovrappongono le voci del muezzin che dai minareti delle numerose moschee richiamano alla preghiera.
Una città di cupole: questa è un'altra delle impressioni che si fissano indelebili nella mente di coloro che visitano Instanbul.
L'entrata dell'Università di Intanbul
Sta arrivando il freddoooo. Quando il sole calerà dietro l'orizzonte..la temperaturà scenderà tranquillamente sotto i 10 gradi. Da questo momento in poi..conviene cercare fonti di calore..un Thè caldo?
I paesaggi dell'altopiano anatolico.
Nel mezzo della Turchia ..uno sguardo all'indietro.
Le autostrade che attraversano la Turchia sono estremamente scorrevoli; le macchine sono rare, soltanto verso Instambul il traffico si accentua..fino a diventare caotico.
Ihlara Valley uno spettacolo imperdibile, un canyon da brividi con chiese e grotte tutte da visitare. Per completare il giro in Cappadocia occorre senz'altro visitare la Valle di Ihlara
Nella foto i colori rosa, grigio, giallo, bianco, che prendono una diversa tonalità a seconda delle ore del giorno. A destra Sciretti Alberto segue un pastore del posto (Mehmet Bektas) che dopo una escursione avventurosa al cardiopalmo ci ha permesso di arrivare nei punti più belli e godere di uno spettacolo indescrivibile nella citta vecchia diroccata di Cavusin (anche Cavusin è un ottimo punto di partenza per visitare la regione e i suoi alberghi ed ostelli sono veramente convenienti). Un ottimo hotel per il rapporto qualità\prezzo è il Guven Cave Hotel a Goreme, con una clientela composta di giovani nella maggior parte studenti, ma l'idea di scegliersi sul posto l'hotel che più aggrada non è del tutto sbagliata.
La città diroccato da Cavusin
La città vecchia diroccata di Cavusin.
I Puffi fan così! ... ;)))
I Camini delle Fate
La stagione invernale a Goreme è fredda, ma veramente attraente. La zona gode del clima continentale per cui d'estate si hanno giorni caldi e notti fresche.
Valle di Zelve.
Grotte nella Valle di Zelve, una delle più belle da visitare assieme alla valle di Goreme.
Tavolo dove si riunivano le famiglie per mangiare

Etichette: , , , , , , , , , , , ,